E’ in arrivo un dietrofront sulle auto elettriche che avrebbe conseguenze clamorose: l’Unione Europea ha agito subito
Il mercato delle auto elettriche non riesce ad affermarsi. Anche gli ultimi report evidenziano come il settore dell’elettrico sia ancora in difficoltà nonostante un lieve incremento nelle vendite rispetto al recente passato. I motivi sono sempre gli stessi, a cominciare dai prezzi troppo elevati di queste vetture e alla carenza di infrastrutture di ricarica adeguate, sebbene anche su questo versante si registri un miglioramento).
Tuttavia le perplessità sulle auto elettriche e soprattutto sul 2035 come termine ultimo per la produzione di auto a benzina e diesel hanno spinto la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ad affermare che nel 2026 verrà effettuata una revisione “per assicurarsi che ci sia un’apertura tecnologica“. Ma non è tutto, perché proprio a causa delle auto elettriche è in corso uno scontro tra la stessa Unione Europea e la Cina.
La Commissione Europea, come noto, ha deciso di introdurre la registrazione doganale su tutti i veicoli elettrici importati dalla Cina a partire dal 7 marzo 2024. Una mossa che deriva dall’indagine anti-dumping, ovvero la verifica che una determinata azienda al di fuori dell’UE venda i suoi prodotti in Europa a un prezzo più basso rispetto a quello proposto nel mercato locale.
L’Unione Europea vuole quindi vederci chiaro soprattutto su un aspetto: l’inchiesta serve infatti a capire se le aziende cinesi ricevano troppi fondi da parte dello Stato centrale, favorendo quindi una violazioni delle regole di concorrenza. La decisione dell’UE non è affatto piaciuta al governo di Pechino come chiaramente precisato dal portavoce del ministero del Commercio cinese, He Yadong.
Queste misure, per Yadong, serviranno solo ad aggiungere ulteriori oneri al normale commercio dei veicoli elettrici e “danneggeranno gli interessi dei consumatori europei“. Per farla breve, il portavoce sottolinea che questa mossa da parte dell’Europa non farà altro che aumentare ulteriormente i costi. Senza motivo, a detta di He Yadong, dato che non si registrano impennate nelle importazioni di auto elettriche cinesi nell’UE.
Eppure Bruxelles ritiene di avere prove a sufficienza per dimostrare che Pechino sta finanziando in maniera corposa i produttori cinesi di auto elettriche. L’inchiesta, che dovrebbe arrivare a conclusione a novembre 2024, vuole verificare proprio questo aspetto. In caso di riscontri i produttori cinesi verrebbero colpiti da dazi, che sarebbero oltretutto retroattivi (partirebbero dal 7 marzo 2024).
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