Si semplifica la vita per coloro che dispongono di una vettura elettrica. In questa maniera niente più attese per la ricarica.
Ormai è cosa risaputa. Almeno in Italia il mercato dell’auto elettrica non riesce a sfondare e le ragioni sono principalmente due: gli stipendi sono troppo bassi e non invogliano certo ad investire così tanto su un bene, in molti casi superfluo, come la macchina, e le infrastrutture di ricarica ancora carenti, costringendo i proprietari degli EV a vere e proprie cacce al tesoro per attaccarsi e fare il pieno di energia.
A fronte di tali difficoltà non è cosa poi così rara trovarsi a dover attendere perché si liberi una piazzola. Ebbene, per risolvere questa problematica un’azienda ha trovato una soluzione. Sebbene qualche leggero segnale positivo non manchi, il Bel Paese sembra essere ancora indietro in termini di conversione ai veicoli a zero emissioni, specialmente se la si confronta con il resto d’Europa. Per capirci, ad oggi, solo Croazia, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca sono messi peggio di noi. Come detto una delle motivazioni è da ritrovarsi nelle colonnine, già poche oggi, figuriamoci guardando in prospettiva.
Auto elettriche, così si risolvono le ansie da ricarica
Trattandosi di un tema che riguarda tutti, sono stati fatti numerosi studi a tal proposito e di recente una start-up lituana, tale Tukas EV, ha ideato un sistema che potrebbe, parzialmente, mandare in archivio le preoccupazioni legate al recharge. E bene rimarcare però che non è per tutti: bisogna avere voglia di fare sport ed essere in perfetta forma.
La compagnia specializzata in mobilità non inquinante ha dato vita alla . Basta pedale per ricaricare la propria automobile. Questo è possibile perché il movimento dei pedali consente l’accumulo energetico. Ne consegue che a trarne beneficio saranno non solo due e quattro ruote, ma pure dispositivi come il PC portatile e il telefono.
Non è complesso capire che per recuperare kW in questa maniera ci vuole un bel po’ di tempo. Per quanto si possa essere allenati pensare di ripristinare la carica di una un’autovettura con la sola forza delle proprie gambe sembra alquanto improbabile, tuttavia, come affermano i responsabili del progetto fino a 2 kW si riesce senza difficoltà.
La domanda a questo punto è, com’è fatta questa portentosa bici? Sappiamo che è alimentata da una batteria da 2mila Wh, un quantitativo tale da rendere un’abitazione autosufficiente per una settimana, nel frangente di un’emergenza. Eventualmente ci si può affidare ad un accumulatore ad alta capacità che prende energia dalla rete elettrica, oppure da un generatore per auto, dall’eolico e da pannelli solari.
Va rimarcato che non è la prima volta che la Tukas si lancia in queste imprese. Siamo infatti alla seconda generazione della cyclette e come nella prima sono stati adoperati per la sua costruzione dei materiali sostenibili, perlopiù riciclati. La maggior parte delle componenti è in alluminio, mentre i pannelli laterali sono in legno di betulla con certificato FSC, quello che decreta la provenienza da foreste amministrate in maniera sostenibili. A questo discorso, si aggancia un’altra chicca. Ogni parte può essere riciclata quando giunta a fine vita. Il costo parte varia tre i duemila e i tremila euro a seconda della versione che si sceglie.