Amazon sta per compiere un passo incredibile, una soluzione drastica di cui nessuno voleva sentir parlare: Jeff Bezos ormai si è convinto
Il colosso americano non ha dubbi sulla mossa resa necessaria da motivi di business. Purtroppo, però, questo tipo di scelta potrebbe intaccare le abitudini di moltissimi utenti, ormai abituati ad un certo tipo di utilizzo.
Come tutti sanno dietro la piattaforma di Twitch c’è la proprietà di Amazon. Una mossa super azzeccata che Jeff Bezos fece il 25 agosto del 2014, quando il proprietario di Amazon acquisì Twitch Interactive per 970 milioni di dollari.
Il colosso delle consegne non era in realtà l’unico interessato a questo tipo di business e dovette vincere la concorrenza anche di Google. Il problema per quest’ultimo era il rischio dell’antitrust, avendo già sotto la propria influenza un altro gigante come Youtube.
Fatto sta che negli ultimi 10 anni Twitch è stato un “giocattolo” nelle mani di Bezos e pian piano è diventato sempre più grande ed influente, andando a fare concorrenza proprio al caro vecchio “tubo”.
Adesso, però, sono in corso delle riflessioni su questo tipo di investimento e arrivano delle voci non troppo rassicuranti dagli Stati Uniti.
Qualche giorno fa si era tornati a parlare con insistenza di Twitch dopo la decisione della piattaforma di Amazon di riaprire i battenti a Donald Trump. La cosa negli States ha fatto molto discutere e a questa si è abbinata anche una relazione del Wall Street Journal di certo non troppo positiva.
Dal servizio di uno dei quotidiani più famosi d’America, emerge come nel corso di questi 10 anni Twitch abbia accumulato debiti importanti e ancora oggi risulta in perdita. Secondo molti questo potrebbe spingere Bezos a classificare la piattaforma streaming come un “brand zombie”, cioè un asset poco performante a livello economico, come accaduto a Goodreads e Woot.
Gli stessi dipendenti di Twitch si sarebbero preoccupati per l’arrivo dei licenziamenti già entro la fine di questo 2024, dopo che ad inizio anno Amazon ha tagliato oltre 500 membri dello staff per ridurre i costi. Vedremo quale sarà la deriva futura, ma di certo non tira una buona aria. Le prospettive che si erano avute durante i lockdown della pandemia di Covid sono un lontano ricordo e quell’esplosione non ha avuto il seguito sperato.
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