Le auto elettriche sono le novità per quanto riguarda la produzione a quattro ruote, ma ora sembrano essere prossime a subire un pesante stop.
Stanno aumentando sempre di più le automobili a impatto zero in tutto il mondo, con le principali aziende a livello mondiale che ampliando la gamma di auto elettriche. La situazione al momento è in fase abbastanza di stallo, considerando come gli incentivi da parte dei Governi non sembrano essere così insistenti come nel recente passato.
Le elezioni europee saranno molto importanti per capire quale sarà il futuro delle auto elettriche, con il rischio di vedere decadere il limite del 2035 per la produzione di auto termiche che è molto concreto. Sono tante le aziende che stanno cercando di puntare non solo sul passato, ma anche su delle alternative sempre ecologiche, ma forse ancora più vantaggiose.
I dati legati infatti ai costi delle vetture a impatto zero e soprattutto le eccessive emissioni di CO2 per quanto concerne la produzione e lo smaltimento delle batterie stanno comportando una serie di problematiche che favoriscono altri metodologie di motori. Una sta crescendo sempre di più e gli ultimi studi sembrano aiutarla sensibilmente.
Sono diversi ormai le aziende che stanno progettando delle auto a idrogeno, come per esempio avviene con la Toyota Mirai oppure con la BMW iX5, senza poi dimenticare come a breve ci sarà la tratta ferroviaria che andrà da Brescia a Edolo con questo motore. Nel 2020 però in Australia si stava già parlando con grande interesse dell’idrogeno.
A pubblicare una straordinaria ricerca è stata la Nature Communications, con lo studio che è stato portato avanti dal professo Chuan Zhao, con questi che lavorava per la School of Chemistry della UNSW, ovvero la University of New South Wales. Per fare in modo che questo motore funzioni al massimo, gli studiosi hanno visto come si dovessero rivestire gli elettrodi con il catalizzatore per poter fare in modo che avvenisse la riduzione del consumo di energia.
Il catalizzatore deve essere rivestito con un interfaccia di nichel e di ferro, con questi che entrano in contatto a livello atomico. In questo punto l’idrogeno può dunque essere diviso dall’ossigeno e dunque lo si può utilizzare come combustile. In questo modo si ha la possibilità di utilizzare al massimo le auto a idrogeno, con i primi studi che stanno portando grandi risultati in quanto a spese e tenuta.
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