Lo stato rinuncia alla tassa più costosa per i cittadini? Un nuovo scenario potrebbe ribaltare le decisioni. Cosa sta succedendo
Come gli automobilisti ben sanno, i costi relativi alle automobili non si limitano al prezzo d’acquisto. Mantenere la macchina infatti è quanto mai costoso: dal bollo alle assicurazioni, solo per citare alcuni degli oneri di chi vuole circolare sulle nostre strade.
In questo senso, sicuramente l’avvento delle automobili elettriche ha rappresentato un’importante punto di svolta. L’Unione Europea ha incentivato l’acquisto dei modelli a zero emissioni, fissando per il 2035 come “target” per lo stop ai motori a diesel o benzina. La sostenibilità è un obbiettivo necessario per il futuro dell’ambiente, ma il passaggio totale all’elettrico nasconde ancora qualche perplessità.
Il governo italiano, in particolare, deve considerare un aspetto sino ad ora passato piuttosto inosservato. Il nostro paese per ora è rimasto abbastanza freddo rispetto al totale passaggio alle automobili elettriche, e in questi mesi tra i motivi principali citati nel dibattito pubblico sono comparsi i possibili risvolti negativi economici per le aziende, ma anche il fatto che così facendo si potrebbe involontariamente favorire la concorrenza cinese. Nonostante questo l’Italia ha comunque posto il mirino verso l’elettrico e fissato a 4,3 milioni l’obbiettivo di vetture a batteria per il 2030. C’è però un elemento che rischia di complicare non poco le cose.
In questi ultimi mesi il prezzo del carburante ha fatto ampiamente discutere. I prezzi hanno raggiunto livelli preoccupanti, con grande allarme degli automobilisti che hanno lamentato il peso sempre maggiore dell’utilizzo della macchina nel loro bilancio familiare.
E’ evidente che passare all’elettrico da questo punto di vista potrebbe rappresentare una fonte di risparmio, ma c’è un aspetto importante da considerare. Nella spesa per la benzina pesano tantissimo le tasse statali. Il dibattito sulle accise è stato a dir poco rovente negli ultimi mesi, con cittadini e associazioni che hanno richiesto più volte il taglio del contributo trovando la chiusura del governo.
Ben 38,1 dei 70.9 miliardi di spesa annua per il 2023 dei cittadini per il carburante sono finiti nelle casse statali tra Iva e accise, fa sapere l’A.N.F.I.A. Il passaggio all’elettrico pone quindi un problema non da poco: è evidente che l’addio a diesel e benzina questa cifra mastodontica non sarebbe più a disposizione dello stato. E’ un “sacrificio” che il governo può permettersi di compiere? Accetteranno di rinunciare a quasi 40 milioni di risorse annue? Non è escluso che sia la stessa Unione Europea, nei prossimi incontri previsti, a “correggere il tiro” ridimensionando l’obbiettivo per le automobili elettriche e investendo su altri tipi di carburanti sostenibili.
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