Addio alle accise e al bollo auto. Questo è il sogno di milioni di automobilisti che potrebbe presto diventare realtà, ma con conseguenze significative per le finanze dello Stato italiano.
Secondo le stime preliminari fornite dall’Unione energie per la mobilità (Unem), entro il 2030, l’Italia vedrà un incremento del parco auto elettriche fino a raggiungere i 4 milioni di vetture.
Questa transizione verso la mobilità sostenibile comporterà una riduzione del consumo di carburanti fossili, con una stima di un milione di tonnellate in meno, equivalente a circa 3,8 miliardi di euro in accise non incassate.
Di fronte a questa prospettiva, il ministro dell’Economia Giorgetti ha avanzato l’ipotesi di introdurre nuove forme di tassazione che includano anche l’utilizzo dei veicoli elettrici.
L’intento è quello di compensare la perdita delle entrate derivanti dalle accise sul carburante attraverso l’applicazione delle tasse sui consumi energetici legati alla mobilità elettrica. Sebbene non siano stati ancora definiti gli interventi specifici, si prevede che le nuove misure fiscali possano riguardare direttamente il consumo di energia elettrica.
Oltre alle accise sul carburante, i proprietari dei veicoli elettrici beneficiano già oggi della possibilità di evitare il pagamento del bollo auto per i primi cinque anni dalla data d’immatricolazione del mezzo. Questa esenzione varia da regione a regione ma rappresenta comunque un vantaggio economico significativo per chi sceglie un’auto a zero emissioni.Tuttavia, se questa tendenza dovesse consolidarsi nel tempo senza adeguamenti normativi, le amministrazioni regionali potrebbero trovarsi ad affrontare perdite rilevanti nelle loro entrate.
L’avanzamento verso una maggiore diffusione dei veicoli alimentati da fonti rinnovabili sembra inarrestabile. Le previsioni indicano che al 2030 i consumatori si orienteranno sempre più verso biocarburanti ed energie low carbon, con una riduzione stimata quasi dell’80% nei consumatori petroliferi rispetto ai livelli attuali.
Di fronte a questo scenario in rapida evoluzione, appare chiaro come sia necessario per lo Stato prepararsi adeguatamente alla transizione energetica anche sotto il profilo fiscale.
In conclusione, la transizione verso la mobilità sostenibile rappresenta sia una sfida che un’opportunità per lo Stato italiano. La necessità di riformulare il sistema fiscale legato all’utilizzo dei mezzi privati diventa sempre più pressante al fine di garantire equità tra gli utenti della strada ed efficacia nella raccolta delle entrate pubbliche nell’era post-carbonio.
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