E’ stata confermata da fonti governative l’esistenza di contatti in corso per valutare l’opportunità che alcuni brand automobilistici possano delocalizzare in Italia una parte della loro produzione. Uno davvero importante ha scelto, nel frattempo, un altro Paese.
E’ stata ribadita in più occasioni dal ministro delle Imprese del Made in Italy, Adolfo Urso, l’esistenza di contatti tra il Governo italiano e alcune aziende automobilistiche estere per valutare la possibilità di spostare una parte della loro produzione sul nostro territorio con conseguenti benefici occupazionali e positive ricadute sull’eventuale indotto.
Attualmente, in Italia, solo Stellantis produce automobili con Fiat, Alfa Romeo e Maserati. Tanti i nomi fatti per un possibile affiancamento alla holding. Si è scritto di trattative con Tesla e i cinesi di BYD e Dongfeng, quest’ultimo ora maggiormente al centro delle indiscrezioni.
Come riporta Quattroruote, il responsabile delle attività europee del costruttore di Wuhan, Qian Xie, avrebbe confermato trattative in corso con l’esecutivo Meloni. Lo stesso ministro Urso non ha smentito, ribadendo al contempo come siano in corso interlocuzioni con diverse Case, non solo asiatiche.
Tra queste c’era anche un altro brand cinese, Chery. Usiamo il passato, in quanto è notizia delle scorse ore la firma di un accordo tra la stessa Chery e la EV Motors (attraverso il marchio Ebro) per la produzione di Auto in Spagna.
La joint venture tra Chery e Ev Motors porterà all’avvio di un piano di produzione che avrà il suo fulcro in un impianto situato nei pressi di Barcellona, in passato di proprietà della Nissan.
Le attività inizieranno già nel corso dell’estate con un iniziale piano di assunzioni di 150 dipendenti cui si aggiungerà il recupero degli oltre mille posti di lavoro svaniti con la chiusura del precedente impianto Nissan.
A Barcellona, Chery e EV Motors puntano a una produzione complessiva annuale di 150mila vetture, obiettivo da raggiungere entro il 2029. Si comincerà dal SUV top di gamma di Chery ovvero la Omoda che sarà realizzata sia con motore endotermico che elettrico. Successivamente, il piano prevede la produzione di un nuovo pick up elettrico che sarà commercializzato con il marchio Ebro, di proprietà di Ev Motors.
Piena soddisfazione per l’accordo è stata espressa dal primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez che ha presenziato alla firma dell’accordo di partnership. Opportunità, dunque, svanita per l’Italia alla stregua di quanto avvenuto con BYD che ha scelto di produrre una parte delle proprie auto elettriche in Ungheria.
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